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Rapporto tra società, politica e Metaverso e vantaggi reciproci

Paolo Fabbri

11 Maggio 2022
it news

Prima di procedere nella lettura, hai già letto i miei precedenti articoli sull’argomento? Nel primo ho parlato della natura del Metaverso e i suoi possibili campi di applicazione, mentre nel secondo sono andato indietro nel tempo per analizzare i Metaversi che si sono susseguiti nella storia.

Oggi scenderò più in profondità, analizzando un rapporto ancora tutto da scoprire.

Di cosa sto parlando? Del legame tra società, politica e Metaverso.

Mentre le aziende private stanno viaggiando in una direzione grossomodo univoca (ve ne sarà un accenno in questo articolo, ma ne parleremo più ampiamente nel prossimo dedicato alle tecnologie), molti Stati devono ancora capire come e in quale direzione procedere, in modo da trarre un vantaggio geopolitico dal Metaverso e dalle sue infinite possibilità.

Ecco perché ritengo sia un “territorio parzialmente inesplorato” e, in questa circostanza, vorrei fare insieme a te qualche considerazione in merito.

Era soltanto una questione di tempo prima che la tecnologia entrasse prepotentemente nel mondo della politica e, oggi, cercheremo di capire meglio quale sia il legame, eterno e indissolubile, tra la politica e la società, da un lato, e il contesto nel quale sopravvive, dall’altro.

Com’è cambiato il legame tra politica, media e pubblico

Partiamo da qui: se cambia il legame tra la politica e i mass media, di conseguenza varia anche il rapporto del leader politico con il proprio elettorato.

Tutto iniziò negli anni ’20 del secolo scorso, quando l’avvento della radiofonia mise in discussione e in secondo piano la fisicità dei politici. Le piazze non erano più il loro unico tramite per arrivare alle masse: ora potevano entrare comodamente nei salotti dei benestanti attraverso le trasmissioni radiofoniche. Questo fu il primo e grande cambiamento a cui, dopo secoli, andarono incontro i politici. Questi ultimi divennero degli amabili, forbiti e apprezzati conversatori da salotto.ùIl secondo capovolgimento della politica e del suo modo di comunicare avvenne a cavallo degli anni ’60, quando la televisione riportò in auge l’importanza e la potenza dell’aspetto fisico. Ecco allora che i politici divennero uomini eleganti e di bella presenza.

Il terzo e ultimo sconvolgimento avvenne nella prima decade degli anni 2000, quando i social network diventarono il nuovo tramite per trasmettere i propri messaggi alle persone.

Infatti, a partire dalle elezioni presidenziali degli USA del 2008, in cui vinse Obama, possiamo osservare che, in tutto il mondo, i migliori risultati dei partiti politici – e soprattutto dei leader – vengono ottenuti tramite un sapiente uso dei social network per comunicare con il proprio elettorato.

Stiamo ancora parlando del web 2.0, in cui i social media venivano utilizzati in modo attivo ed estensivo. Una comunicazione politica efficace passa attraverso l’abilità di un leader di coinvolgere, motivare e generare entusiasmo nel proprio elettorato e nel riuscire ad avvicinare anche le nuove generazioni alla politica, sfida tutt’altro che semplice.

Se, da un lato, tutto questo potrebbe sembrare il rimedio per gli svariati mali della politica – in grado di combattere persino il suo scollamento dalla società e rimediare alla generale disaffezione del pubblico –, dall’altro, ha creato una generazione politica che deve, di volta in volta, adattarsi ai nuovi gusti del proprio elettorato, creando instabilità e scarsa continuità.

L’incognita: il futuro legame tra politica e Metaverso

Ci sono una serie di domande alle quali nessuno, per ora, è in grado di dare una risposta certa:

Quali saranno le dinamiche tra politica e Metaverso? A quali rapporti di forza assisteremo? La politica si servirà del Metaverso proprio come ha fatto con i precedenti strumenti tecnologici oppure ne rimarrà schiacciata?

L’avvento del famigerato web 3.0 come e quanto influenzerà la politica e i conseguenti equilibri geopolitici?

Nel tentativo di definire il contesto di quella che sarà, potenzialmente, la più grande trasformazione della politica negli ultimi cento anni, possiamo analizzare ciò che sta succedendo in Oriente in questi mesi: Cina e Corea del Sud hanno annunciato la creazione di Metaversi nazionali e quel che più salta all’occhio è la rilevanza politica degli stessi.

Se tutti noi davamo quasi per scontata la supremazia statunitense nel campo tecnologico-informatico, con aziende del calibro di Meta (ex Facebook) e Microsoft in prima linea nello sviluppo di questa nuova frontiera, ora siamo costretti a ricrederci. Infatti, le due potenze asiatiche si sono esposte dichiarando “guerra” tecnologica agli Stati Uniti.

Per quanto riguarda il governo sudcoreano, nel novembre 2021 ha espresso l’idea di stanziare una cifra consistente in modo da favorire la creazione di un ecosistema nazionale interamente basato sulla realtà virtuale, con l’obiettivo di incoraggiare la creazione, lo sviluppo e la diffusione di nuove tecnologie. Il progetto pilota, Metaverse Seul, avviato lo scorso novembre, dice che entro il 2023 i cittadini di Seul, servendosi dei visori per la realtà virtuale, potranno visitare gli uffici amministrativi della capitale attraverso il loro avatar. Potranno svolgere commissioni negli sportelli pubblici e persino sporgere denunce, tutto senza nemmeno lasciare la propria abitazione.

La Cina, in particolare, non è esattamente un concorrente minore in campo tecnologico. Negli ultimi anni ha segnato dei risultati incredibili grazie a campagne di investimento massicce. Nel 2021 infatti, la Cina ha investito una quantità pari a 10.000.000$ soltanto sull’informatica quantistica e ha aumentato la spesa in ricerca e sviluppo del 7% rispetto al 2020. Sono numeri da capogiro, se confrontati con quelli di altri Stati sovrani.

Come leggere questi numeri?

Diciamo che, in una fase così precoce di sviluppo, è difficile valutare quale sarà l’impatto del Metaverso sulla politica e, soprattutto, su geopolitica e relativi equilibri mondiali, economia, sicurezza nazionale e, più in generale, sulla società nel suo complesso.

Se, da un lato, il settore privato vede nel Metaverso una prospettiva di competizione commerciale (ci sono aziende che stanno investendo miliardi per perseguire questi obiettivi), dall’altro, i governi attribuiscono al Metaverso un’importanza strategica e socioeconomica.

Nel mondo ci sono molte più guerre di quante se ne possano immaginare: non si combattono solo con fucili, carri armati e droni, ma anche a livello geopolitico ed economico. Cosa c’entra tutto questo? Potrebbe c’entrare se il Metaverso diventasse il nuovo terreno di battaglia, quello in cui si confronteranno le grandi potenze mondiali.

È un dato di fatto che le guerre moderne sono e saranno sempre più direttamente collegate e influenzate dall’Information Warfare, la capacità di influenzare, a piacimento, l’efficienza del processo decisionale di uno stato concorrente. Come? Andando a condizionare la generazione di informazione dei dati, la loro quantità e qualità. Parlo dei famosi Big Data e di come influenzarli.

Avere un peso nella generazione dei Big Data e, conseguentemente, nella fruizione da parte dei consumatori, genera un vantaggio competitivo senza precedenti, come vincere una guerra senza che il tuo avversario sappia effettivamente di essere in guerra.

La Cina considera i Big Data un fattore chiave di produzione strategica ed esercita su essi un controllo pressoché totale. Un esempio lampante è il funzionamento di piattaforme come TikTok e WeChat, capaci di raccogliere miliardi di dati e di informazioni dai milioni di utilizzatori, per poter influenzare il processo decisionale, soprattutto delle categorie più facili da condizionare, come giovani e bambini. Il rischio è che nel Metaverso tutto questo venga amplificato in maniera quasi incontrollata.

Una riflessione -o un campanello di allarme- andrebbe fatta dopo aver letto un articolo pubblicato il 3 marzo 2022 sul PLA Daily (dove PLA sta per Esercito Popolare di Liberazione cinese) e intitolato “Metaverso, la nuova sfida della futura guerra cognitiva”. In questo articolo i 3 autori descrivono i loro studi e di come hanno teorizzato la possibilità di estendere la guerra a una nuova frontiera: la guerra cognitiva nel Metaverso. Nuovamente, da questo capiamo quando saranno importanti le informazioni e la loro custodia e tutela da parte degli Stati sovrani.

I 3 autori (Chen Dongheng, Di Chan e Feng Yaru, ricercatori dell’Accademia di scienze militari), concepiscono il Metaverso come una perfetta estensione della realtà, fornendo dunque la possibilità di duplicare, in maniera digitale, scenari di combattimento reali. Se da un lato riconoscono al Metaverso innumerevoli – potenziali – benefici sociali ed economici, dall’altro lanciano un campanello d’allarme: sarà un ambiente di competizione e di conflitto, soggetto dunque ad attacchi.

La sfida è aperta e l’impatto del Metaverso sulla geopolitica potrebbe essere la prossima frontiera delle relazioni internazionali.


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