
Investimenti software: Credito di imposta fino al 2023

Emanuela Astolfo
Gli investimenti software per una azienda sono fondamentali per poter migliorare la produzione, aumentare la produttività, ottimizzare i tempi, monitorare le prestazioni. Queste sono solo alcune delle funzioni di un gestionale da cui l’azienda, dotandosene, può concretizzare nuovi obiettivi.
Certo però che l’investimento economico, da prevedere in un business plan, obbligatorio per una azienda sana, può essere oneroso.
La legge di bilancio 2021, dunque, viene in aiuto alle realtà che vogliano fare investimenti software, sostenendole attraverso agevolazioni valide per tutti gli acquisti effettuati fino al 31 dicembre 2022; sono ammessi inoltre gli acquisti effettuati entro il 30 giugno 2023, salvo il fatto che l’ordine venga inoltrato e pagato per il 20% entro il 31 dicembre 2022.
Il credito d’imposta è destinato a tutte le imprese residenti nel territorio Italiano che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di attività, dalla dimensione e dal regime fiscale.
Gli investimenti software da effettuare per ottenere il credito
La legge prevede diversi tipi di investimenti, classificabili come di seguito esplicitato:
I beni materiali “Industria 4.0”, comprendono software, system integration e piattaforme orientati verso la progettazione industriale, l’automazione dei processi e la robotica, includendo le tecnologie cloud. Per questi investimenti è previsto il 20% del credito di imposta;
In merito al lavoro agile, ovvero smart working, è riconosciuto il 15% del costo complessivo;
Per investimenti in beni materiali e immateriali generici, invece, il credito è del 10% per gli investimenti effettuati nel 2021, del 6% per l’anno 2022.
Per ciascuna tipologia di bene immateriale il limite massimo dei costi ammissibili per la richiesta del credito d’imposta è di 1 milione di euro.
L’allegato B della legge 232/2016 elenca nel dettaglio tutto ciò per cui si può ottenere il credito di imposta, privilegiando quelli innovativi rientranti nel piano dell’Industria 4.0. Per darvi un’idea dell’ampia applicazione di un software, che anche DotEnv può realizzare, vi elenchiamo di seguito alcune delle possibilità in elenco, tra cui software, sistemi, piattaforme e applicazioni per:
migliorare la qualità del prodotto e l’efficienza del sistema di produzione,
gestire il coordinamento della produzione ad alto livello di integrazione delle attività di servizio,
monitorare e controllare le condizioni di lavoro delle macchine e dei sistemi di produzione interfacciati con i sistemi informativi di fabbrica e/o con soluzioni cloud,
comunicare e condividere dati e informazioni sia tra loro che con l’ambiente e gli attori circostanti (Industrial Internet of Things) grazie ad una rete di sensori intelligenti interconnessi,
accedere a un insieme virtualizzato, condiviso e configurabile di risorse a supporto di processi produttivi e di gestione della produzione e/o della supply chain (cloud computing).
Come ottenere l’agevolazione
Il credito d’imposta potrà essere utilizzato in compensazione con modello F24 in tre quote annuali di pari importo, a meno che il soggetto richiedente non abbia un volume di ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro, nel qual caso il bonus potrà essere ottenuto in un’unica soluzione. La compensazione sarà applicata a partire dall’anno di entrata in funzione dei beni per gli investimenti in beni ordinari e dall’anno di avvenuta interconnessione dei beni per gli investimenti in beni materiali e immateriali Industria 4.0.
Il bonus è cumulabile anche con altre agevolazioni, a patto che la somma, considerando il fatto che gli importi ricevuti non concorrono alla formazione del reddito e della base imponibile Irap, non comporti il superamento del costo sostenuto.
Per ottenere il credito sarà quindi necessario conservare la documentazione che attesti il sostenimento della spesa: fatture e documenti relativi all’acquisizione dei beni che dovranno obbligatoriamente contenere l’espresso riferimento alla normativa che regola l’agevolazione.
Per gli investimenti in beni Industria 4.0 superiori ai 300 mila euro è necessaria una perizia asseverata, rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale, o un attestato di conformità da parte di un ente accreditato, per certificare le caratteristiche tecniche che li inseriscano negli elenchi annessi alla Legge 232/2016. Per gli investimenti inferiori a questa cifra, invece, è sufficiente una dichiarazione del legale rappresentante.
Vi abbiamo mostrato solo alcuni esempi, ma il panorama di investimento è ancora più ampio. Questo è quindi il momento giusto per investire in un software e per trovare un partner tecnologico che lo realizzi.





